Trapianti: la giusta informazione


In questi ultimi giorni ho avuto modo di confrontarmi con una tematica apparentemente chiara, assodata e pacifica: quella dei trapianti di organi. Premetto che non sono contraria alla donazione, devo rilevare però che esiste una grande disinformazione al riguardo. Per certe decisioni di così vitale importanza, tutti dovrebbero essere coinvolti ed essere informati in modo da avere una capacità di giudizio. Questo in Italia non c’è, né tantomeno c’è stato nel periodo di promulgazione della Legge 91/99 ( dissenso – assenso della Rosy Bindi).

La cosa, invece, era ed è ancora tutta nelle mani della politica, della chirurgia, delle aziende farmaceutiche e nel mondo secolarizzato come quello attuale, il bene comune e la morale spesse volte sono mascherate dietro ben altre finalità.

Ad esempio: l'informazione non dice che il corpo del donatore (con il consenso carpito ai familiari in pochi minuti) una volta dichiarato morto, in base al criterio della morte cerebrale, sarà mantenuto artificialmente in vita per essere utilizzato come una banca di organi da trapiantare all'occorrenza. Quali enormi vantaggi per la lobby medica,
d'altra parte la definizione di morte se l'erano costruita loro proprio a questo scopo, individuando nella morte cerebrale il confine dove termina la vita.(Cliccate per saperne di più)

Ma si è davvero sicuri di conoscere la precisa linea di demarcazione tra la vita e la morte? Di quel cervello di cui se ne conosce il funzionamento per il solo 1%? Possiamo veramente ritenere morto chi ancora respira, pulsa, funziona organicamente? Se fosse così dovremmo ritenere che la vita di un uomo si identifichi tutta con la sua testa e che il suo corpo sia per lui qualcosa di estrinseco. Ma un essere umano non è soltanto ciò che pensa, esso è anche inscindibilmente il suo proprio corpo.

Per questo finché il corpo è in coma e ancora respira deve essere considerato come il residuo permanente di quel soggetto la cui vita sta per andarsene, ma non se n'è ancora andata del tutto: tali momenti dovrebbero essere circondati dalla pietà, non dallo sfruttamento del corpo. Il rispetto per ciò che quella persona era impone ora di non trattarlo strumentalmente riducendo il suo corpo a una cosa. Esso
non è un insieme di pezzi di ricambio.

Se non c'è più niente da fare si dovrebbe evitare qualsiasi accanimento, attendere che la natura faccia il suo corso e solo successivamente, con un consenso magari un po' meno frettoloso, procedere all'espianto degli organi. Certo, le condizioni non sarebbero più ottimali, i vantaggi più limitati, ma è la tecnica che dev'essere subordinata all'etica e non viceversa.

Leggendo poi qua e là ho scoperto che per il solo espianto di un organo vengono coinvolte circa duecento persone e che il costo totale dell’intervento si aggira anche intorno a un milione di euro (considerando risorse umane e macchinari). Non vi sorge il dubbio che la lobby dei trapianti spinga un pochino, verso questo costosissimo intervento, e lo fa anche quando si potrebbe evitarlo (tanti sono i casi di trapianti non necessari)? In passato e anche oggi.

Concludo riprendendo la parte iniziale di questo post, affermando il mio essere a favore dei trapianti di organi, necessari per salvare altre vite, mi chiedo solo quanto tutto questo venga fatto in modo etico e senza abusi.

9 commenti:

Hayal'el ha detto...

Non sapevo della definizione di vita "autoimposta" dai medici.
Io sono convinto che la medicina non stia più progredendo concettualmente almeno da una trentina d'anni: da quando è subentrata la logica del meccanico "ti cambio il pezzo rotto" o dell'amputazione della parte lesa non sono stati compiuti grossi sforzi in tecniche alternative.

Quello che voglio dire è che oggi si tende a rimuovere la parte malata e non a curarla. Si tende a fare sostituzioni con questi imbrogli etici quando si potrebbero studiare tecniche di rigenerazione a partire dai propri stessi tessuti (magari prelevando un campione e generando in vitro un nuovo organo).

terry ha detto...

Ciao hayal'el,
la donazione di organi è un atto d'amore e su questo penso siamo tutti d'accordo. Ma nel momento in cui ipoteticamente ci siano abusi, si tradisce proprio questo atto di amore e di libertà.
Che la medicina oggi navighi in acque poco pulite a differenza di qualche anno fa, è vero. In moltissimi casi è venuta meno al suo compito primario, e cioè quello di curare, a vantaggio di propositi tutt'altro che edificabili.
Ma ritornando ai trapianti, io credo che la cosa importante sia quello di essere il più possibili, chiari e trasparenti sul consenso informato, solo così si possono in parte evitare aspetti coercitivi e di sfruttamento che vanno a ledere la libertà della persona.
Purtroppo però di abusi ce ne sono stati e su questo bisogna vigilare, perchè la dignità della persona va sempre garantita.
un abbraccio
un abbraccio

Fiducia34 ha detto...

Ti sei interesata a questo sogetto ! Ho conosciuto tramio marito delle persone che oggi sono contrarie agli trapianti per il semplice caso che si sono sentite una volta traditi, quando trovati a comprendere che senza o con "forza" anno, secondo loro, uciso, il loro caro per bisogno di avere uno o vari organi.Si sono sentiti traditi! So che hanno fatto un lavoro quasi impossibile, per il semplice fatto che spesso cacciati da riunioni di medici e professori dove vogliono far rivendicare il diritto alla scelta, il diritto alla vita.
Ci sarebbe tanto da trovare anche qui e quando trovo un libro te lo farò sapere; molto bene scritto e in un ragio molto amplio e chiaro.
C'è dietro, come già spiegato, un grande business, con tanto di "vendita" i bambini che scompaiono e persone che si risvegliano per strada senzaun organo. Conosco persone che portano una tessera per impedire di prendergli i loro organi.
Come hai detto quando le persone all'inizio credono di fare un atto di amore e poi comprendono meglio, si sentono traditi nella loro fiducia e si accorgono di essere poco stati al corrente del sistema, si rendono conto che il loro caro di morto era poco e credo che i certi casi ci sarebbe molto da ridire. Come tu hai capito, è un cerchio molto chiuso !
Oltre che la medicina a me a sempre interessato, appassionata, per famiglia, credo ci siano delle etique da seguire nel rispeto del malato e della sua famiglia.
Grazie per il tuo post interessante e vasto.
Fabia

terry ha detto...

Carissima quello che dici mi impressiona. Mi piacerebbe saperne qualcosa di più se ti va, anche tramite mail.
Come tutti sappiamo è nel 1968 che la Harvard medical school concepì il nuovo criterio: e cioè si è morti quando muore il cervello.
C'era bisogno di un limite di una forma di copertura giuridica per poter prelevare gli organi. E ormai da quarant'anni vige questo criterio. Che tra l'altro non è neanche accettato da tutta la comunità scientifica ( anche se una parte minoritaria).
Per poter prelevare organi il cuore dunque deve essere battente, il sangue circolante, i reni funzionanti ecc.
Ma i medici questo non lo dicono.
E come potrebbero????
Molti parlano di una lobby dei trapianti potentissima, che mette a tacere chi osa non essere d'accordo con la morte cerebrale.
Certo è che i trapianti oltre a salvare vite rappresentano anche una forma di business, soprattutto in alcuni paesi.
un abbraccio

Fiducia34 ha detto...

Esatamente Terry, da queste persone e ascoltando mio marito, si parla di prelevare i organi a persone che fondamentalmente sono ancora vive, altrimenti il trapianto non si puo fare. Queste persone da anni si imbattono in una grande loby che gli fa passare per matti e persone non gradite. Capirai , se le persone comprendono e si informano meglio, sarebbe un casino per questo mondo chiuso ed ermetico !
Il cuore batte come dici e dunque c'è vita; dunque chi gli autorizza a decidee per noi che sono morti o vivi ? Per salvare un'altra vita? Ed io devo far morire un caro per qualcun altro ? Credo anche ce i donnatori siano meno di quello che si creda e per questo esista quel mercato. Es.: in Colombia, sono in gamba per trapianti di occhi e spesso persone si risvegliano, nella strada senuno o due occhi a loro insaputa ! In Brasile, sono i reni e credo si è sentito il caso di un turista italiano che è stato narcotizzato e prelevato il suo rene. Poi in quel famoso libro, parla da una parte di un bambino che a bisogno di un trapianto al cuore e dall'altra ti parla della storia di una mmadre che si illude di dare ad una associazione in adozione suo figlio, per che lui abbia una vita migliore. Poi un giorno tutto cambia e vince una somma alla lotteria e puo permetersi di far vivere e studiare i suoi sei figli e va alla ricerca di quello dato in adozione...pagando avvocati e paganto per informazioni. Finisce in Guatemala dove scopre ed avisa la polizia di avere scoperto un luogo dove un medico (villa) a bambini. Si scopre che comprano bambini e che suo figlio è finito dentro. Sono assassinato e presi i loro organi per essere inviati nei stati dove ci sia bisogno. Lei impazzisce per i senzi di colpa e ricerca le pesone trapiantate da organi di suo figlio e per "riprendersi" le parti di lui, ucide chi li ha e si ritorna nella storia, a quel bambino che oggi a ricevuto un cuore, il cuore di suo figlio uciso e cerca di uciderlo; muore lei. Questa storia è molto esplicita. Nei stati poveri o dove le persone in buona fede si illudono di dare un futuro migliore a loro figli, trovano personaggi che fanno credere ad altro, per avere i loro fini.
Ecco del perchè ne sono contraria come altre persone che conoscono questa realtà e spesso tutto quanto viene tacciuto, come al solito. Allora io sono come i altri medici che sono contrari a questo sistematicamente. Parliamo della vita e del diritto alla vita, anche questo ne fa parte, come per il caso dei abborti, come per tanti esempi.
Un caro saluto e scusa per la lunghezza.
Fabia

rita ha detto...

Carissima Terry, è proprio la riduzione del corpo a "cosa" da utilizzare, scartare, rimuovere, incenerire, ecc., che mi spaventa. Ho due familiari in attesa di trapianto, ma io sono contraria, anche se non lo lascio palesare. Ne ho sentito di tutto e di più, sui trapianti, ma non certo in tv o sui giornali. Sapessi quello che succede nei centri trapianti... Roba da manette, ma si deve tacere per amore dei propri cari. E' pur vero che si salvano delle vite; ma a che prezzo? La morte è ingiusta sia per chi aspetta un nuovo organo sia per chi viene espiantato. E' troppo il giro di soldi, e i centri trapianti sono come un deposito di Paperon de Paperoni! Ti abbraccio, cara, fai bene a svegliare le coscienze su quello che altri tacciono impunemente; c'è quasi una sorta di omertà. Rita

terry ha detto...

Mi scuso con rita e fiducia per il ritardo con il quale rispondo. Purtroppo in questi giorni ho mia madre in ospedale per dei controlli e non mi è facile avere tempo per il pc.
Ringrazio rita e fiducia per la grande testimonianza che avete dato, l'esperienza diretta vale più di mille parole.
Anche io ho avuto modo di venire a contatto con questi centri e sono rimasta perplessa su diversi cose.
Ma quella che mi spaventa di più come dicevate tutte e due è che per salvare una vita si rischia di accellerare nella morte un'altra.
Questa purtroppo è una realtà che spesso si nasconde, perché gli interessi sono altissimi, ma avviene più spesso di quanto si pensi.
Mi auguro solo che l'etica medica ricordi il suo giuramento e sia responsabile nell'accertarmento della morte senza spingere o affrettare i tempi. Perché chi aspetta un trapianto abbia il diritto di sperare e chi non ce la fa il diritto di una morte naurale senza nessun tipo di violenza.
Per quanto riguarda i paesi poveri, la tratta degli organi è una dramma di una grandezza sconvolgente. Bambini accolti o comprati con l'unico scopo di prelevare i loro organi. Mercenari senza anima e senza scrupoli.
tutto questo si sa ma si fa ancora ancora troppo poco.
Anzi molto spesso le forze dell'ordine sono conniventi e complici per pochi spiccioli.
Comunque grazie ai vostri contributi, quelli di tutti cercherò di approfondire di più l'argomento e pubblicherò un post a riguardo.
Un caro abbraccio

Vino&Mirra ha detto...

Senza intenti polemici, solo per contribuire alla "giusta informazione": nella condizione di morte cerebrale non c'è alcuna forma di respirazione, se non quella automatica, cioè indotta da una macchina.
La legge vigente è un'ottima legge, a mio giudizio. Se ci sono abusi o errori, vanno perseguiti.
Credo gioverà a tutti noi rileggere cosa pensava JPII a proposito di donazioni d'organo e trapianti.
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2000/jul-sep/documents/hf_jp-ii_spe_20000829_transplants_it.html
Un caro saluto e un augurio per la salute dei tuoi cari

terry ha detto...

Ciao Vino&Mirra,
ti ringrazio per il tuo contributo, detto da un esperto è motivo di fiducia.
Anche io come te penso che in Italia ci sia un ottima legge, e il trapianto come atto di amore sia fuori discussione.
Auguriamoci solo che non ci siano abusi, (anche se molti di sensazioni contrarie ne hanno avute) e tutto avvenga nella tresparenza e nella giusta etica.
Un abbraccio

Copyright © 2008 - Il posto che cercavo..bioetica - is proudly powered by Blogger
Smashing Magazine - Design Disease - Blog and Web - Dilectio Blogger Template