I LIMITI ETICI NON SONO OSTACOLI, MA RISORSE..

Voglio iniziare questo post con un motto di Shinya Yamanaka “i limiti etici non sono ostacoli, ma risorse”.

Ma chi è Yamanaka? E’ un giovane ricercatore giapponese che lo scorso anno ha dato una notizia sensazionale al mondo. Ma ve ne parlerò fra un attimo, andiamo con ordine.

Fino a poco tempo fa si pensava che una cellula staminale adulta potesse produrre unicamente un tipo particolare di cellula, negli ultimi anni invece si sono avute prove che le cellule staminali adulte possono acquisire molte forme differenti.


Oggi possiamo affermare che le cellule staminali adulte si trovano in tutto l’organismo, le più conosciute sono quelle epiteliali (per esempio epidermiche e dell'epitelio intestinale), emopoietiche (nel midollo osseo), neurali dell'encefalo e quelle del sangue. Esse si trovano anche nel cordone ombelicale, nel muscolo scheletrico, nella polpa dei denti, nella cornea, nella retina, nel fegato, nel tratto gastrointestinale, nel pancreas.

Queste cellule staminali adulte hanno una caratteristica: la plasticità. E’ la capacità di una cellula staminale adulta di un tessuto di generare tipi cellulari specializzati di altri tessuti. Pensiamo a quelle del midollo osseo che sotto particolari condizioni generano cellule neuronali e altri tipi di cellule che si trovano nel cervello. Queste cellule sono state ampiamente studiate ed applicate terapeuticamente per varie patologie.

Le cellule staminali adulte a differenza di quelle embrionali poi sono facili da maneggiare, capaci di ricostruire in maniera sicura il tessuto difettoso che le riceve, evitano completamente il rigetto, (autologhe: impiantate nello stesso corpo del donatore), non sono tumorigeniche e non presentano problemi etici.

I problemi etici sono legati al fatto che “l’embrione umano vivente è - a partire dalla fusione dei gameti - un soggetto umano con una ben definita identità, il quale incomincia da quel punto il suo proprio coordinato, continuo e graduale sviluppo, tale che in nessuno stadio ulteriore può essere considerato come un semplice accumulo di cellule”.( Dichiarazione sulla produzione e sull’uso scientifico delle cellule staminali embrionali umane). Lavorare dunque sulle cellule staminali embrionali significa distruggere l’embrione.

In secondo luogo le cellule staminali embrionali possono moltiplicarsi in modo spontaneo e incontrollato, determinando il rischio di una insorgenza di tumori, circostanza puntualmente verifìcatasi nella sperimentazione sugli animali. Attualmente le terapie in uso vengono fatte solo con le cellule staminali adulte.

Gli scienziati americani dell'Harvard Stem Cell Institute sono riusciti a trasformare cellule staminali adulte della pelle in cellule del sistema nervoso. Questo risultato è di grande importanza per la cura di molte malattie come quelle degenerative del sistema nervoso centrale (sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, leucodistrofie ecc.) ma anche altre patologie in organi che non hanno la possibilità di ripararsi da soli, cioè di organi dove le loro cellule non hanno più la capacità di duplicarsi come quelle miocardiche nell'infarto o che vengono aggredite dal proprio sistema immunitario come nel diabete e in alcune malattie demielinizzanti del sistema nervoso.

Recenti studi hanno poi dimostrato che cellule staminali pluripotenti del tutto simili a quelle embrionali possono essere generate a partire da cellule della pelle. In questa scoperta entra la figura di Yamanaka: cellule umane adulte della pelle fatte tornare 'indietro' nel tempo e trasformate in staminali pluripotenti, cioè capaci di differenziarsi in ogni tipo di tessuto, senza che nel procedimento siano stati distrutti embrioni.

È bastato uno sguardo, rac­conta il New York Times, per cambia­re una carriera. Lo scienziato è stato invitato da un amico a visitare una cli­nica per la procreazione assistita; os­servando al microscopio un embrio­ne, Yamanaka ha realizzato che “c’era solo una piccola differenza” tra l’em­brione e sua figlia. Da quel momento, ha pensato che non si potevano usa­re con tanta disinvoltura gli embrioni in laboratorio: “Dev’esserci un altro modo”, si è detto. L’ha cercato, e l’ha trovato.

Siamo però ancora in fase di ricerca infatti per veicolare nelle cellule adulte i quattro geni riprogrammatori si utlizzano dei retrovirus, che restano presenti in copie multiple nelle cellule riprogrammate. Il prossimo grande annuncio, dunque, arriverà quando i ricercatori ( e si presuma possa accadere fra un anno) saranno riusciti ad attivare i geni induttori di pluripotenza senza doverne inserire delle copie extra, evitando il rischio di causare mutazioni cancerogene.
E in questa via si muove non solo Yamanaka ma anche James Thomson pionere delle cellule staminali.

Le nuove ricerche confermano che la medicina rigenerativa può fare a meno sia delle staminali embrionali che degli embrioni clonati, senza per questo rinunciare a salvare altre vite. E gran parte delle ricerche ormai si muovono in questa direzione, anche quei ricercatori fautori delle cellule embrionali come Ian Wilmut, uno dei padri della pecora Dolly si è unito a questo filone e lo stesso avviene in Italia.

Questi temi forse possono sembrare lontani dalla nostra quotidianità, relegati in laboratori di ricerca, ma sono temi che riguardano il nostro futuro. Non possiamo non chiederci se è lecito oppure no creare degli embrioni in provetta per poi distruggerli ai fini della ricerca, come non possiamo non interrogarci se la ricerca scientifica deve o no avere limiti etici.

Chiudo con una breve riflessione del 4/2008 di Eugenia Roccella giornalista e politica oltre che femminista!

"Con la recente scoperta di Shinya Yamanaka, tutto è cambiato: la giustificazione delle terapie miracolose, non regge più. Il ricercatore giapponese ha trovato il modo per far regredire cellule della pelle a uno stato simile a quello embrionale, senza mai passare per la distruzione di embrioni. Persino Ian Wilmut, il famoso clonatore della pecora Dolly, ha dirottato le sue energie verso il metodo inventato dal giapponese; ma soprattutto Wilmut ha spiegato a tutti che la clonazione terapeutica è un’araba fenice, e che le staminali embrionali potranno servire al più a fare i test tossicologici. Se si tornassero a pubblicare le dichiarazioni rilasciate alla stampa durante il referendum sulla legge 40, molti nomi famosi della scienza sarebbero in grave imbarazzo. Ma noi non vogliano fare polemiche sul passato, bensì rimediare per il futuro. Vogliamo rimediare al gesto del Ministro Mussi, che ha consentito, all’inizio di questa legislatura, a finanziare anche con i fondi italiani una ricerca non etica, che già si poteva considerare fallimentare. Vogliamo fermare la distruzione di embrioni che continua senza nemmeno lo schermo di una (falsa) giustificazione umanitaria...".

4 commenti:

SARETTA ha detto...

un abbraccio e buona notte Kisssssssss

Anonimo ha detto...

Peccato che tale notizia sia subito stata dimenticata dai mass media...

terry ha detto...

Un abbraccio enorme anche a te sara:-)ciao e buona giornata..bacini

terry ha detto...

Giusto anna,
purtroppo per pochi o molti è comodo dimenticare!
A noi però resta la speranza che le cose prima o poi cambino. Si comprenderà, alcuni scienziati in primis, che etica e scienza sono due facce della stessa medaglia.
Un abbraccio

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