Eluana è partita e forse non ritornerà.

Eluana è partita e forse non ritornerà. Partire senza tornare verso un porto chiamato “quiete”. Quiete, come il nome della clinica di Udine in cui stamattina è giunta e in cui lascerà la sua vita. Ma siamo certi che Eluana questa "quiete" la desideri?

Nella notte un’ambulanza l’ha trasferita dalla clinica di Lecco dove era ricoverata alla struttura residenziale.

“E' a tutti evidente che qualsiasi azione volta ad interrompere l'alimentazione e l'idratazione si configurerebbe, al di là delle intenzioni, come un atto di eutanasia”. E' quanto afferma il Segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, in una nota ufficiale diffusa oggi alla stampa sul caso Englaro, che, si legge, rappresenta la posizione dei vescovi italiani. “Per parte nostra - prosegue il testo - osiamo ancora sperare nella forza della preghiera che vince le resistenze più nascoste e siamo vicini alla famiglia così duramente provata e alle suore di Lecco che hanno amorevolmente assistita Eluana Englaro fino a ieri”.

Nei prossimi giorni se Eluana sarà lasciata morire, non sarà la semplice sconfitta di chi ha lottato affinché questo non avvenisse, ma sarà la vita stessa ad essere sconfitta in ogni sua forma.

Come sarà lasciata morire Eluana? Le procedure per la sospensione dell'alimentazione erano già in parte previste nella sentenza della Corte d'Appello di Milano. Il protocollo avverrà con queste modalità: per i primi tre giorni Eluana continuerà ad essere nutrita. Poi l'alimentazione via flebo, che avviene ora con un sondino naso-gastrico, verrà sospesa. Il sondino, comunque, non verrà staccato. Gradualmente saranno sospesi alcuni farmaci, ma saranno mantenuti quelli antiepilettici e sedativi. Una volta eliminato il sondino, i medici dovranno eliminare eventuali disagi da carenza di liquidi, umidificando le mucose. Secondo le previsioni dei medici, potrebbero passare 15-20 giorni prima che Eluana si spenga.

Nel mio cuore spero ancora che tutto questo non avvenga. Al momento la certezza assoluta che questo accada veramente in effetti non c’è, anche perché il ministero della Salute non sembra volersi arrendere.

C'è una “incompatibilità oggettiva tra il Servizio sanitario nazionale e l'applicazione del decreto della Corte d'appello di Milano che autorizza la sospensione di nutrizione e idratazione artificiale ad Eluana Englaro”: dichiara il Sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. “Chiederemo informazioni dettagliate alla Clinica La Quiete di Udine, sul protocollo e le modalità amministrative, e chiederemo se è vero che Eluana Englaro non è stata ricoverata a scopo di cura. Vigileremo e, come ministero - ha detto Roccella - faremo in modo di assicurare che siano rispettate le regole del Ssn”.

Ieri Roccella aveva inviato una lettera al Corriere della Sera in cui commentava l'affermazione del dottor Grechi, il Presidente della Corte d'appello di Milano che ha dichiarato: “Le sentenze non si commentano, si impugnano". "Vorrei sommessamente ricordare - scrive Roccella - che la democrazia di fonda sul libero gioco delle opinioni, dunque sulla possibilità che qualunque provvedimento si possa criticare". Il Sottosegretario ha ricordato nella sua lettera che molte volte "è stato proprio il dibattito pubblico a far emergere l'errore giudiziario”.

Secondo Roccella le condizioni cliniche di Eluana “potrebbero in qualunque momento subire dei cambiamenti” e il decreto della Corte d'appello “non comporta un obbligo di attuazione per nessuno”. Poiché Eluana non ha lasciato nulla di scritto, nessun consenso informato, “è fondamentale - sottolinea Roccella - che non si decida della sua vita senza dissipare ogni dubbio”. Il Sottosegretario si riferisce ad alcune testimonianze, “fornite da persone assai vicine alla ragazza, che mettono in discussione l'accertamento della sua volontà, così come l'ha ricostruita la Corte d'appello”.

Mentre alcuni brindano per questo trasferimento di Eluana, io chiudo questo post con tanta amarezza nel cuore, affidando nella preghiera Eluana e le tante migliaia di persone che come lei vivono assistite amorevolmente nelle famiglie e negli Hospice, e gli stessi familiari che lottano a favore della vita dei loro cari.

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