A questo punto mi chiedo se queste persone la Legge 194 l'abbiano veramente letta, ma sicuramente hanno lottato per la sua approvazione. E mi chiedo anche cosa davvero possa impedire l'apertura dei consultori a tutti gli enti e associazioni che operano proprio nello spirito dell'art. 2 (lettera d. "contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza.
I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita). Lascio a voi la risposta!!!
Per me è inammissibile e inaccettabile che un consultorio, un reparto di ginecologia e qualsiasi altra struttura pubblica sanitaria che operano in questo settore diventino esclusivamente degli abortifici!! Come si fa ancora oggi a dire che la Legge 194 tutela la vita?! Ricordate lo slogan dell’ex ministro alla salute Livia Turco? “La Legge non si tocca”. Mi chiedo però dove sono oggi a trent'anni da questa Legge i sostegni psicologici richiesti nei consultori, dove sono i veri aiuti economici alla maternità, tutti quei permessi e facilitazioni per le donne che, volendo proseguire la maternità da sole, senza partner, possano veramente farlo!?
Se le donne che sono nel dubbio a causa della solitudine, fossero rassicurate nel ricevere aiuti adeguati, incoraggiate in un clima di solidarietà come fanno tantissime associazioni, allora sì potremmo dire che ella ha veramente scelto liberamente. Quando una donna, lasciata sola a se stessa, proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di sostegno, trova intorno a sé il vuoto è, quasi portata ad abortire.
Riflettiamo un attimo anche sulle indagini prenatali fatte per conoscere lo stato di salute del bambino. Lo scopo – è terribile dirlo - è di decidere se è degno di venire al mondo o se è meglio per lui o per lei essere eliminata. Chiaramente “come gesto d'amore”: intanto passa la mentalità che la vita è degna solo in base alla sua qualità. Infatti il 90% delle coppie alle quali è stata diagnosticata una malattia o malformazione del feto decidono per l'aborto “terapeutico” (ma terapia non significa metodo per curare??): il bambino viene ucciso e la mamma resta comunque nel dramma per non aver saputo o voluto accogliere quel figlio perché malato.
E’ urgente promuovere e rinnovare con tutte le nostre forze una cultura autentica della vita all’interno della nostra società. Rifiutare l’aborto è dovere di ogni uomo, cristiano o non-cristiano o ateo che sia. Ce lo dice la ragione!
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