Eutanasia: Gb, in vendita i 'kit della morte' per giusto cocktail barbiturici

Avevo già letto questa notizia qualche settimana fa, ma si parlava dell’Australia. Alcune persone chiedevano via internet questo kit che partiva dal Messico, e arrivava nel paese clandestinamente. La pratica venne scoperta e rimbalzò su alcuni giornali. Decisi di non parlarne sul blog per non fare ulteriore pubblicità.
Ora è impossibile non parlarne, ma non senza un commento.

Roma, 30 mar. (Adnkronos Salute) -
In vendita, in Gran Bretagna, i 'kit della morte'. Al prezzo di 35 sterline (poco più di 37 euro euro), da maggio si potranno acquistare i test per valutare la concentrazione dei farmaci da utilizzare per togliersi la vita e creare il giusto cocktail. Promotore dell'iniziativa è Philip Nitschke, medico australiano conosciuto come 'Dottor morte', promotore del diritto all'autodeterminazione dei singoli e dell'eutanasia. Per il camice bianco, si legge sul quotidiano britannico 'The Guardian', il Regno unito è il posto adatto per sperimentare i kit messi a punto nel suo laboratorio.

L'imminente vendita ha già suscitato polemiche e la preoccupazione che anziani e persone vulnerabili, malate o disabili, finiranno con il togliersi la vita nella convinzione di essere diventati un peso per i loro familiari. Lo scorso autunno Exit International, l'organizzazione di Nitschke, aveva già scioccato la Gran Bretagna organizzando workshop con istruzioni dettagliate ai partecipanti su come darsi la morte. Adesso rilancia, con i kit per testare i barbiturici. "Calibrare le sostanze chimiche da utilizzare è importante - spiega l'organizzazione nell'ultimo numero del suo magazine 'Deliverance' - con questo test si potrà essere certi che i farmaci assicureranno una morte serena".

Spesso i farmaci in questione si acquistano in Messico, via Internet: lo stesso sito di Exit è pieno di link. "Ma arrivano a casa senza etichette e indicazioni - afferma il medico - è invece necessaria la giusta concentrazione di prodotto per ottenere il risultato desiderato". La vendita di simili kit è stata fortemente criticata sia da associazioni pro-life sia da quelle a favore dell'eutanasia, che piuttosto chiedono cambiamenti alla legge attuale, a tutela dei più deboli e per dare la possibilità di scegliere il suicidio assistito ai malati terminali che lo vogliono, evitando che possano proliferare iniziative discutibili come i 'kit della morte'.

Già in Belgio a metà aprile del 2005, in 250 farmacie fu messo in vendita il “kit per l’eutanasia”, un cofanetto dal prezzo di 60 euro non rimborsabili dal servizio sanitario che contiene tre dosi di un potente barbiturico, un paralizzante e qualche dose di sonnifero. Possono acquistarlo i medici di base previa presentazione alla farmacia di una prescrizione dettagliata simile a quella adoperata per la richiesta di sostanze stupefacenti.

La diffusione del kit fa seguito alle richieste dei medici di famiglia, che si erano ripetutamente lamentati delle difficoltà di accesso alle sostanze letali - precedentemente fornite solo dalle farmacie degli ospedali – e alle sollecitazioni della commissione federale del Parlamento, incaricata di valutare l’applicazione di una legge che ne agevola la vendita.

Poichè questi kit non sono altro che un ulteriore passo verso la socializzazione e la banalizzazione della pratica eutanasica, mi chiedo se è questo quello che veramente avremmo voluto tutti per questa società?


Se la vita non è più il bene “fondamentale”, che sostiene tutti gli altri beni, cosa rimane? Una vita disponibile di cui io supremo giudice o gli altri ne diventiamo i padroni. Semplice.

Da credente però, non posso non ripetermi che la vita è indisponibile e può essere sacrificata (martirio) soltanto per assicurare la vita in senso superiore. Ma anche in questo caso, (il martirio, la morte per difendere i figli o la vita morale propria), non è il soggetto che si uccide, ma sono gli altri che lo uccidono, chi dà la vita per il martirio non è un suicida.

La vita non è nostra, nessuno si è dato la vita da solo, e nessuno è padrone della propria vita, né di quella degli altri. Ma qualcuno obietterà a queste mie affermazioni e sarà dunque ben felice di fare il tifo per una società anarchica senza regole e con il libero arbitrio all’ennesima potenza. A questo qualcuno gli auguro affettuosamente di essere illuminato o fulminato (come preferite in fondo la Parola è fuoco) sulla via di Damasco.

4 commenti:

paolo ha detto...

Che dire... si rimane senza parole anche perchè qualcuno lo chiama progresso, civiltà. A me mette solo tanta tristezza!

terry ha detto...

Ciao paolo,
hai ragione tanta tristezza e allo stesso tempo un senso di impotenza.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

In "Futurama" c'erano le cabine suicidio.

Mi chiedo che senso abbia promuovere simili procedure, scappatoie "facili" al dolore...

terry ha detto...

Essì, e ti sembrerà un futuro così lontano?!
un abbraccio

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