LEGGE 40: SCIENZA E VITA VARA MOBILITAZIONE POPOLARE

(AGI) - CdV, 20 apr. - Un'opera di "formazione e informazione" non solo a livello nazionale, ma anche a livello locale, per "ridare di nuovo accoglienza nella nostra vita alla malattia e alla sofferenza, che per quanto possano sembrare lontane, fanno parte dell'esistenza stessa di ciascuno di noi". E' questo l'obiettivo principale della grande campagna partita il 20 marzo scorso con il Manifesto "Liberi per vivere", lanciato da Scienza e Vita, Forum delle associazioni familiari e Retinopera (poi sottoscritto da 41 associazioni, movimenti e nuove realta' ecclesiali).

A sostegno e' stata promossa una mobilitazione capillare che prevede "mille incontri in ogni angolo d'Italia" per aiutare l'opinione pubblica, a cominciare dai fedeli delle 26mila parrocchie italiane che saranno inondate di depliant, a "prendere coscienza dei valori in gioco nella fase finale della vita", spiega Maria Luisa Di Pietro, presidente di Scienza e Vita, in un'intervista diffusa dal Servizio Informazione Religiosa. L'auspicio dell'Associazione che promosse l'astenzione al referendum del 2005 sulla legge 40 e' che "tutte le realta' locali, a partire dalle parrocchie e non solo, incomincino a riflettere: e' importante, infatti, l'attivazione immediata, anche con interventi ripetuti, per creare un movimento collettivo di interesse, ma occorre anche confrontarsi, in tempi medio-lunghi, sugli altri temi legati alla difesa della vita".

Al centro della mobilitazione "non solo, come in questo momento, il fine vita, ma anche l'inizio di essa e la fase 'di mezzo': vita, liberta' cura, son queste, infatti - afferma la Di Pietro - le tre parole-chiave per cercare di disinnescare le ambiguita' di linguaggio che oggi circondano il tema del fine vita. Oltre che dal punto di vista medico - puntualizza la docente di bioetica - questi termini vanno recuperati dal punto di vista della riflessione antropologica, a partire dalla dignita' collegata alla vita in se sessa, e non alla valutazione di vite considerate piu' o meno degne di vivere.

C'e' poi da recuperare il significato della malattia e il significato del limite, che va considerato non come ostacolo ma come risorsa da cui ripartire. Infine, la necessita' di collegare il tema della liberta' con quello del prendersi cura, "ferma restando la capacita' di autodeterminazione, intesa come liberta' di scelta - conclude la prof. Di Pietro - non e' detto che tutte le scelte libere siano buone od eticamente neutre, alcune di esse possono addirittura ritorcersi contro l'uomo stesso".

Da Scienza e Vita, dunque, un grande "si' alla vita, si' alla medicina palliativa e ad accrescere e umanizzare l'assistenza ai malati e agli anziani; no all'eutanasia, all'accanimento terapeutico e all'abbandono di chi e' piu' fragile rivolto non solo al mondo cattolico, ma anche al dialogo con ogni persona di buona volonta' che abbia a cuore la vita come bene indisponibile".

2 commenti:

Paolo ha detto...

Anche io ho riportato la notizia... Facciamo sentire la nostra voce serena, dolce ma decisa!
Un abbraccio!
Paolo

terry ha detto...

Grazie paolo, per il tuo sosegno;-)
un abbraccio

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