(ANSA) - STRASBURGO, 28 GEN - Piuttosto che pensare a introdurre l'eutanasia e il testamento biologico, per aiutare i malati terminali e cronici gli Stati europei dovrebbero investire sulle cure palliative (anti-dolore). Questo il messaggio che l'Assemblea parlamentare ha lanciato approvando il rapporto sulle cure palliative.
Secondo il relatore del rapporto, il parlamentare e medico tedesco Wolfgang Wodarg, le persone chiedono soluzioni come testamento biologico ed eutanasia perché hanno paura della medicina, di morire tra tremende sofferenze e soli. Con le cure palliative, un approccio che non contempla solo l'utilizzo di medicinali anti-dolore, ma anche una struttura in grado di seguire il malato e i suoi cari da un punto di vista psicologico e spirituale, le persone sarebbero rassicurate sul loro destino come malati terminali e cronici.
“Attualmente - ha sottolineato Wodarg - il discorso sull'eutanasia inizia dal punto sbagliato. Se uno Stato vuole dare risposte concrete alle persone che non vogliono più vivere deve iniziare con il chiedere domande sul perché non si vuole più vivere, su che cosa ha portato a questa posizione e su che cosa può essere fatto per andare in loro aiuto. Ma questo non viene fatto abbastanza”. (ANSA).
Attualmente queste cure non sono ancora accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno. In Italia ad esempio, secondo i dati della Società italiana di cure palliative, solo il 40% dei malati oncologici e meno dell'1% di quelli non oncologici ha accesso a queste cure. Un grande numero di medici e di infermieri non ha alcuna conoscenza di questo tipo di cura. Mancano inoltre strutture in grado di seguire adeguatamente i malati, sia a casa che in luoghi di cura appositamente creati per assistere malati cronici e terminali.
Il rapporto si sofferma anche sul testamento biologico: gli Stati non devono introdurre leggi riguardanti il testamento biologico che possono produrre problemi di interpretazione o pratici e dovrebbero condurre uno studio approfondito sulle conseguenze legali legate all'introduzione di questo tipo di testamento.
Secondo il relatore del rapporto, il parlamentare e medico tedesco Wolfgang Wodarg, le persone chiedono soluzioni come testamento biologico ed eutanasia perché hanno paura della medicina, di morire tra tremende sofferenze e soli. Con le cure palliative, un approccio che non contempla solo l'utilizzo di medicinali anti-dolore, ma anche una struttura in grado di seguire il malato e i suoi cari da un punto di vista psicologico e spirituale, le persone sarebbero rassicurate sul loro destino come malati terminali e cronici.
“Attualmente - ha sottolineato Wodarg - il discorso sull'eutanasia inizia dal punto sbagliato. Se uno Stato vuole dare risposte concrete alle persone che non vogliono più vivere deve iniziare con il chiedere domande sul perché non si vuole più vivere, su che cosa ha portato a questa posizione e su che cosa può essere fatto per andare in loro aiuto. Ma questo non viene fatto abbastanza”. (ANSA).
Attualmente queste cure non sono ancora accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno. In Italia ad esempio, secondo i dati della Società italiana di cure palliative, solo il 40% dei malati oncologici e meno dell'1% di quelli non oncologici ha accesso a queste cure. Un grande numero di medici e di infermieri non ha alcuna conoscenza di questo tipo di cura. Mancano inoltre strutture in grado di seguire adeguatamente i malati, sia a casa che in luoghi di cura appositamente creati per assistere malati cronici e terminali.
Il rapporto si sofferma anche sul testamento biologico: gli Stati non devono introdurre leggi riguardanti il testamento biologico che possono produrre problemi di interpretazione o pratici e dovrebbero condurre uno studio approfondito sulle conseguenze legali legate all'introduzione di questo tipo di testamento.
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