Eluana più vicina alla fine. Ora si teme il blocco renale

Stralcio di un articolo apparso ieri su ilGiornale.it

Perché quel rantolo, quel respiro, che ieri è cominciato a diventare sempre più affannoso, segnala al mondo, una volta di più, che in quel letto, recuperato non si sa ancora bene con quale osservanza delle procedure amministrative all’istituto geriatrico la «Quiete», non c’è solo e semplicemente un corpo ma, al contrario c’è ancora una vita. Alla deriva, certo, ma pur sempre una vita da rispettare.

Ieri l’équipe del professor Amato De Monte è entrata in azione con i sedativi. Sedativi per far fronte agli spasmi, per difenderla ma soprattutto per difendersi dall’orribile spettacolo di un corpo che comincia, piano piano, per quei riflessi condizionati che nessuno sa spiegare, ad assumere una posizione fetale. Ha cominciato a contrarsi il corpo di Eluana. E le sue gambe hanno cominciato ad avvicinarsi al petto per via di contrazioni incontrollabili che somigliano in tutto e per tutto al preludio di attacchi epilettici.E il suo corpo, macchina perfetta come ogni corpo che circola per le strade di questo mondo, ha cominciato a domandare altrove quei liquidi che non ha più, che non le vengono più dati per sentenza.

Quei liquidi che possono, o meglio potrebbero, consentirle ancora di tirare avanti per qualche tempo. Quanto tempo di «quel qualche tempo» è difficile ovviamente saperlo. Per dirla scientificamente da ieri pomeriggio, se vogliamo essere dannatamente precisi nel tardo pomeriggio di ieri, Eluana è entrata in uno stato di ipotensione. Che significa ridotta pressione sanguigna. Che significa, per essere ancora più espliciti, l’inizio del punto di non ritorno di qualsiasi funzione renale.

Quindi al di là del rapporto dei carabinieri dei Nas che alla «Quiete» hanno annusato puzza di irregolarità e al di là dei minuetti linguistici di cui ieri ha dato ampia prova il governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Tondo, è un dato di fatto che, da oggi, le condizioni di Eluana Englaro cominceranno ad imboccare una strada di problematica reversibilità. Mentre leggete queste righe il problema della sua funzionalità renale sarà già un problema serio. Ovvero sarà già un’insufficienza renale a tutti gli effetti in grado di provocare un primo blocco renale.

Vero è che in un qualsiasi ospedale «normale», ma non certo alla «Quiete» che è poco più di un parcheggio per gente in attesa di traghettare nell’aldilà, all’insufficienza renale si potrebbe far fronte con la dialisi. Ma per Eluana, condannata a morte senza possibilità di appello non è prevista una rimonta verso la vita. Non è prevista la dialisi. Non è prevista, chiariamolo una volta di più, qualsiasi forma di intervento terapeutico che vada oltre il mero, semplice e sconfortante monitoraggio.

Come, per intenderci, se al posto di medici e infermieri ci fossero dei notai. In camice bianco, certo, ma pur sempre e solo dei notai chiamati a ratificare e a registrare, alla moviola dell’orrore, questo andamento lento. Verso un inesorabile capolinea.Deciso, o per meglio dire imposto, da una squadra di manovratori della vita altrui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Terry.

Credo che la vicenda di Eluana sia la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Abbiamo per troppo tempo taciuto sulle prepotenze di certe lobby ed ora ci ritroviamo con questo inaudito gesto di ferocia contro una persona indifesa.

Credo che dopo questa tragica vicenda non potremo e non dovremo fingere di niente: me lo auguro di cuore.

Altrimenti Eluana si sarà sacrificata invano.

Nel frattempo possiamo solo pregare per Eluana, per l'Italia e la sua civiltà e anche per il padre, ostaggio del male, che sicuramente si ravvederà, anche se troppo tardi per Eluana.

terry ha detto...

Anna rispondo a questo tuo commento, con tanta tristezza e amarezza nel cuore. Da poco è giunta la notizia della morte di eluana. Per noi credenti la morte non esiste, lei vive in Cristo, e il suo sacrificiuo non sarà vano. Sono certa che il Disegno di Legge che si sta discutendo in nqueste ore andrà avanti affinché mai più nel nostro Paese si possa parlare di eutanasia, affinchè nessuna persona possa subire ciò che ha subito eluana.
Un abbraccio

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